Titolo: Lasciami Entrare
Regista: Tomas Alfredson
Attori: Kare Hedebrant, Lina Leandersson, Per Ragnar, Henrik Dahl, Karin Bergquist.
Recensione presa dal sito www.mymovies.it
Svezia, 1982. A Blackeberg,
un piccolo centro della periferia di Stoccolma, Oskar sogna di
vendicarsi del mobbing che subisce ogni giorno da tre compagni di
classe. Armato di un coltello immagina di infilarlo nello stomaco di
Connie, che dei tre è il più arrogante. Una notte la tranquillità del
quartiere in cui vive viene interrotta dall'arrivo di un uomo e di una
dodicenne pallida e ambigua che sembra non conoscere freddo e paura.
Con l'arrivo dei nuovi inquilini dell'appartamento di fianco al suo,
una serie di efferati omicidi iniziano a macchiare il paesaggio
innevato e ben presto Oskar scopre che Eli, con la quale nel frattempo
ha stretto una tenera amicizia, altri non è che un vampiro imprigionato
in eterno in un corpo da bambina.
Il silenzio assordante e l'oscurità del gelido, immacolato inverno
svedese con le sue pianure imbiancate offrono lo scenario ideale per il
soft horror romantico di Tomas Alfredson. Adattando per il cinema il romanzo semi-autobiografico di John Ajvide Lindqvist
(autore anche della sceneggiatura), il regista svedese sceglie di
decurtarne alcune parti in favore della candida storia d'amore tra
Oskar ed Eli. Lui vorrebbe saltare a piè pari la fanciullezza e conta i
mesi e i giorni di un'età troppo fragile per poter affrontare il mondo.
Lei, corpo infantile e asessuato, è condannata alle tenebre e a
uccidere per rimanere in vita. Costretti alla solitudine per ragioni
diverse e vittime di una società silente che li ha abbandonati a se se
stessi, i due bambini si confidano e sostengono trovando un modo per
comunicare al di là della parola.
La periferia di Stoccolma, ritratta con realismo e puntualità, appare
ancora più piccola, monotona e isolata grazie allo sguardo di Alfredson
che si rivela abilissimo nel fotografare la provincia attraverso gli
usi e i costumi di una manciata di personaggi secondari - alcolizzati
nullafacenti, gattari e piccoli bulli - pur tenendo le camere puntate
sull'infanzia. Declinando l'horror e scegliendo di non soffermarsi su
dettagli sanguinosi (eppure è il sangue che insieme alla storia d'amore
offre calore umano al glaciale scenario), Alfredson mostra una
delicatezza poco comune al cinema di genere trovando anche nella musica
una formula per sottolineare il romanticismo piuttosto che incalzare la
suspense. Aperto a innumerevoli chiavi di lettura,
Lasciami entrare è un film che rispetta la tradizione orale vampiresca e ridefinisce la figura del vampiro contemporaneo, lasciando in sospeso un finale vagamente onirico che corre sui binari di un treno lanciato verso il futuro.
Il mio commento:
Non ho ancora visto questo film, ma sarà uno dei prossimi che visionerò!
Praticamente è stato apprezzato da qualsisi critica e genere di spettatore, tralasciando l'ambiente del tarro tatterro, quindi se avete visto Twilight e volete disintossicarvi da quel senso di leggerezza che oggi sembra aver preso piede nel mondo dei cainiti, guardatelo. E poi, diciamocelo, io ho trovato insopportabile alcune trovate ( tipo la pelle luccicante) proposte nel film e ancor prima dalla Meyer nel libro. Le leggende legate al vampiro sono già numerosissime e spesso incoerenti l'una con l'altra, reputo quindi inutile dover per forza inventarne delle altre, solo per rendere innovativo un prodotto, che di per sè è basato su personaggi e vicende stereotipate. La maggior parte delle leggende legate alle peculiarità dei vampiri sono state forgiate da anni di storia, da racconti trasmessi oralmente e poi scritti, hanno quindi subito un lungo periodo di formazione che ha dato loro un sapore assai più interessante di una banale trovata mal realizzata graficamente e fine a se stessa.
Conclusione: Lasciami entrare è potenzialmente un'ottima risposta (involontaria) al ciclone Twiligh. Purtroppo il fatto stesso che i ragazzini di adesso abbiano eletto quest'ultimo titolo, rappresentante del mondo dei vampiri e non Lasciami entrare, che comunque vede come protagonisti due adolescenti, mi fa moto pensare sul valore di questa fascia di età!