Titolo: Il vampiro di Blackwood
Autrice: Anna Rice
Editore: Longanesi
Recensione presa dal sito ibs.it
Benvenuti a Blackwood Farm: svettanti colonne bianche, saloni senza
fine, giardini inondati di sole e l'oscura, densa striscia di una
palude maledetta... È il mondo di Quinn Blackwood, eccentrico e
affascinante giovane tormentato, sin dagli anni dell'infanzia, da un
inquietante doppio, Goblin, uno spirito che solo lui può vedere, e che
nasconde risvolti ben più inquietanti di un compagno di giochi
immaginario. Finché una notte, mentre Quinn, ossessionato dalla storia
di un vecchio antenato ritiratosi su una misteriosa isola al centro
della palude, vaga fra quelle acque limacciose illuminate dalla pallida
luce della luna, ha un incontro drammatico che porrà presto fine alla
sua vita terrena, segnando l'inizio della sua esistenza come vampiro. E
da quando, suo malgrado, riceve il Dono del Sangue, perdendo ogni cosa
in cambio di un'indesiderata immortalità, Goblin assume su di lui un
controllo terrificante... In una disperata corsa avanti e indietro nel
tempo, dagli anni in cui era bambino al presente di New Orleans,
dall'antica Atene alla Napoli del XIX secolo, Quinn si mette alla
ricerca del vampiro Lestat, l'unico che, forse, potrebbe liberarlo
dallo spettro che sembra volerlo risucchiare nella nera palude e nei
suoi terribili segreti...
Il mio commento:
Ennesimo libro scritto dalla signora(ina?) Anna Rice, in realtà dopo innumerevoli suoi romanzi mi ero promesso di non leggere più alcun suo scritto perchè ormai aveva già dato tutto nelle sue precedenti opere e si stava rivelando alquanto ripetitiva.
Non ho resistito!
All'inizio mi sono subito pentito di aver dubitato dell'amabile vecchietta scrittrice, perchè così tra una pagina e l'altra ha dipinto un ambiente quanto mai affascinante e coinvolgente. Le atmosfere della villa eretta nel bel mezzo di questa palude quasi hanno lo stesso sapore di alcuni paesaggi descritti da Lovecraft.
Mi sono lasciato trasportare dalle vicende del giovane protagonista e dai personaggi che gli girano attorno, soprattutto dall'incognita di Goblin, il co-protagonista.
Mi è piaciuto lo svolgimento fino a poco prima del finale che ho trovato avvilente, sicuramente si sarebbe potuto concludere in un modo più spettacolare e più ricercato a mio parere.
Rimane comunque una buona lettura scorrevole, ma non me la sento di definirlo uno dei migliori libri scritti da Anna Rice.
Consigliato senza troppo impegno.
Voto 7\10